I pagamenti saranno sempre più digitali negli anni a venire: ne è convinta la maggioranza degli italiani che li considera comodi, veloci e semplici, mentre la principale barriera è costituita dai timori per la sicurezza. Una tendenza, questa, favorita dalla crescita dell'e-commerce durante la pandemia che ha avvicinato i consumatori agli strumenti alternativi al contante, che ormai vengono usati molto anche nei negozi fisici. Tra i fenomeni emergenti ci sono le criptovalute, i servizi buy now pay later e l'open banking.
Dai dati dell'Osservatorio Visa, realizzato insieme a Ipsos su un campione di popolazione composto da quasi 1.800 individui di età compresa tra i 18 e i 64 anni di età, emerge che solo 3 italiani intervistati su 10 (il 32%) utilizzano prevalentemente contante per i pagamenti.I pagamenti digitali offrono una serie di vantaggi: sono comodi (secondo il 62%), veloci (per il 57%) e semplici da usare (per il 47%), consentono di tenere traccia delle proprie operazioni e danno la possibilità di pagare sempre e ovunque. Allo stesso tempo, un'ampia parte della popolazione (il 60% degli intervistati) non sembra ancora pronta ad abbandonare il contante, ma il 70% pensa che i pagamenti saranno prevalentemente digitali entro i prossimi 4 anni: questa convinzione è più diffusa (per il 77%) tra i giovanissimi della Generazione Z, ovvero i nati approssimativamente tra la fine degli anni '90 e i primi anni 10 del 2000, ma è condivisa anche dal 64% dei Baby Boomers (le persone nate intorno agli anni '50).
Inoltre, ci sarebbe una notevole diversificazione degli strumenti di pagamento utilizzati se si guarda agli ultimi 10 acquisti effettuati fra gli intervistati, con un'alternanza e un buon equilibrio tra carte di debito e di credito (che pesano per il 44% degli ultimi 10 acquisti fra gli interpellati), prepagate (per il 15%), mentre un pagamento sugli ultimi 10 è stato fatto via app.
D'altro canto, ci sono delle barriere nell'utilizzo dei pagamenti digitali: la principale sembra essere una scarsa conoscenza dell'effettivo livello di sicurezza di questi strumenti. Vengono messi in rilievo il timore di frodi o di clonazioni della carta e l'eccessiva richiesta di informazioni personali; sono percezioni maggiormente diffuse tra le generazioni più adulte, ma presenti anche presso più del 40% dei giovani interpellati (Generazione Z e Millennials).
Sul fronte finanziario, il concetto di open banking (ovvero la condivisione dei dati tra i diversi attori dell'ecosistema bancario, autorizzata dai clienti, scaturita dalla Psd2, la direttiva europea sui pagamenti digitali emanata nel 2018) sembra essere conosciuto dai consumatori, ma ancora in modo parziale (il 54% ha almeno sentito parlare del concetto). Tra chi lo conosce, il principale vantaggio identificato è la possibilità di avere una visione d'insieme della propria situazione finanziaria (come indicato dal 32%), ma sembra essere ancora poco valorizzata la dimensione della personalizzazione (il 22% fra gli intervistati che conosce l'open banking la indica come un vantaggio) e dei potenziali servizi fruibili. Per quanto riguarda le tendenze emergenti, più di uno su 2 (55%) conosce il Buy Now Pay Later e il 13% ne ha già fatto uso. La conoscenza di questa nuova modalità di pagamento rateale sembra essere più rilevante tra i giovani, vista la sua flessibilità, ma è già utilizzata a prescindere dall'età.Molto diffusa anche la conoscenza delle criptovalute (il 57% conosce le criptovalute), con un 10% che ne è possessore; il 13% degli individui coinvolti nella ricerca è interessato alle criptovalute, ma la quota cresce a 2 su 10 fra i giovanissimi della Generazione Z. Fra gli intervistati, il 60% di possessori di criptovalute ritiene che siano una nuova opportunità di diversificazione degli investimenti e il 43% crede che si faranno strada come modalità di pagamento alternativa. È tuttavia diffusa anche la consapevolezza che si tratti di strumenti rischiosi, che possono perdere il loro valore rapidamente (secondo il 40%).Un'area molto dinamica e che può crescere ancora in termini di ottimizzazione di servizi e comportamenti di pagamento è quella della mobilità. Il 31% utilizza almeno una volta a settimana servizi di mobilità (come il trasporto pubblico locale, i parcheggi a pagamento, i servizi di sharing mobility). Un quarto degli utilizzatori frequenti (23%) si dichiara molto interessato a utilizzare un'unica app di pagamento per tutti i servizi di mobilità. Un buon livello di interesse si è registrato anche in tema di sostenibilità: il 51% è attratto dalla possibilità di disporre di strumenti con cui misurare l'impatto sull'ambiente dei propri acquisti, così da compiere scelte più virtuose.
Secondo i dati Netcomm (il consorzio del commercio digitale Italiano), in linea con la continua crescita dell'e-commerce, il cui valore raggiungerà 45,9 miliardi di euro nel 2022 (con un+14% rispetto al 2021), anche i pagamenti digitali si stanno diffondendo sempre di più in Italia. Negli acquisti online il pagamento viene gestito nell'83% dei casi attraverso carte di credito o prepagate e il 23,6% di queste transazioni è veicolata da un digital wallet. Al netto degli altri metodi di pagamento, il contante viene utilizzato solo nel 3,8% dei casi, ossia da una quota estremamente bassa e in diminuzione. In tutto ciò l'ecommerce ha avuto un ruolo educativo verso l'utilizzo dei pagamenti senza contante e, grazie anche all'accelerazione dovuta alla pandemia, ciò ha avuto un effetto domino sugli acquisti fisici. Se quattro anni fa più della metà dei pagamenti nei negozi erano in contanti, oggi il panorama è molto cambiato: nei punti vendita l'uso del contante ha la stessa incidenza del Bancomat (circa il 35%) e sono cresciute nuove forme di pagamento associate allo smartphone.
Tra i trend che stanno emergendo c'è la cosiddetta tokenizzazione, che nell'ambito dei pagamenti identifica un servizio per cui i dati della carta di chi paga vengono sostituiti da una stringa di codici numerici o alfanumerici detti appunto token, che possono essere utilizzati in sostituzione dei dati della carta. Su questo fronte per esempio c'è Axerve, realtà specializzata nell'accettazione dei pagamenti su tutti i canali sia fisici che digitali e partner di oltre 100mila clienti attivi, che sta rafforzando la sua offerta e-commerce con nuovi token di circuito che si aggiungono alla soluzione di tokenizzazione proprietaria già disponibile. Oggi fruibili su realtà come Visa e Mastercard, questi token sono un nuovo modo per i venditori di gestire in sicurezza i dati della carta, aumentando così i tassi di autorizzazione e riducendo potenzialmente i costi dei pagamenti. Chili, società internazionale di Tech Media e video on demand, è tra le prime aziende clienti ad attivarli; tra le attivazioni del 2022 ci sono anche Aruba e Twinset.Un'altra tendenza che sta destando interesse e che potrebbe diffondersi in futuro sono i cosiddetti buy now pay later, come Clearpay, che dà la possibilità di comprare prodotti immediatamente e pagare gli acquisti a rate, sempre senza interessi. Il servizio è gratuito per i clienti che pagano nei tempi prestabiliti ed è offerto da più di 122mila rivenditori a livello mondiale e quasi 19 milioni di clienti attivi hanno adottato il servizio. Simile è Klarna, che permette di pagare in tre rate senza interessi inserendo i dati della carta di debito, di credito o prepagata, o anche Scalapay; recentemente pure PayPal ha cominciato a offrire una soluzione di questo tipo.
Una spinta alla riduzione dell'uso dei contanti verrà dal dl n. 36, in Gu del 30/4, che ha anticipato dal primo gennaio 2023 al 30 giugno 2022 le sanzioni per chi rifiuta i pagamenti con il Pos.
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