Superata la “fase uno” e in piena “fase due”, restano ancora molte incognite su come cambierà la nostra economia, anche e soprattutto a fronte di un consumatore che mai nella sua storia ha cambiato così velocemente le sue abitudini.
Per comprendere cosa sia cambiato negli ultimi mesi, analizziamo qualche dato utile come spunto di riflessione per un contesto retail che, per stare al passo, sente il bisogno di trasformarsi. La transizione verso una società cashless - senza contanti - si è avviata a lungo prima dell’emergenza COVID-19. Già nel 2019, il 57% dei consumatori globali avevano utilizzato carte contactless e il 40% ha utilizzato pagamenti via smartphone¹. La pandemia sta solo accelerando il passaggio verso la “cashless society”.
In questo periodo, praticamente tutti i settori legati all'offerta online sono cresciuti, spesso anche a due o tre cifre. Dal trading online che ha registrato un +211% nel periodo marzo/aprile – dati Assosim² – alla fruizione di contenuti digitali dedicati al fitness che, nel caso di Virgin Active Europe, da inizio anno ha visto un aumento del 150%.
I mesi di febbraio, marzo e aprile hanno visto crescere il consumo digitale a livello esponenziale. Vediamo insieme qualche dato di MyBank, soluzione di pagamento offerta dalle banche che permette di incassare online attraverso un bonifico irrevocabile, che ha fotografato le abitudini di consumo degli italiani durante il periodo di lockdown (febbraio, marzo e aprile 2020), analizzando la base dati composta dalla classificazione per aree merceologiche degli oltre 10.000 merchant che hanno integrato il loro sistema di incasso. Il valore transato rispetto allo stesso periodo del 2019 ha evidenziato un vero e proprio boom degli acquisti online:
Non solo beni fisici ma anche i pagamenti a favore delle pubbliche amministrazioni sono cresciuti in modo significativo. Sempre secondo dati MyBank, un dato eclatante è stato quello dei pagamenti a favore delle pubbliche amministrazioni, per lo più eseguiti su PagoPA il cui valore è raddoppiato rispetto al periodo da febbraio ad aprile 2019, registrando un aumento del 94%.
“Sono ancora tante le incognite per poter stabilire, quasi a tavolino, come si profilerà lo scenario post Covid-19. Dall'esperienza vissuta e dai fruttuosi dialoghi scambiati con le aziende in queste ultime settimane di lockdown ne è emerso che il post Covid-19 richiederà:
Noi in MyBank abbiamo costruito una soluzione “unendo i punti” delle necessità espresse da parte di persone fisiche, aziende e pubbliche amministrazioni e realizzando un minimo comun denominatore, una linea di servizio ispirata sin dalle origini alla “Nuova Normalità”, che si dimostra quotidianamente chiave anche per il disegno post-pandemico.” ha dichiarato Giorgio Ferrero, CEO di PRETA/MyBank.
Secondo dati Nielsen³, le vendite di beni di largo consumo sono aumentate per l'offline successivamente all'arrivo dell'epidemia, toccando punte del +12%, per subire un brusco calo durante la fase di lockdown, pur mantenendo qualche punto percentuale di vantaggio rispetto allo stesso periodo del 2019.
Gli acquisti degli stessi beni online hanno accelerato la crescita, già in corso rispetto all'anno scorso, passando da circa +50% a +90%, dalla seconda metà di febbraio alla prima metà di marzo, per poi crescere anche a tre cifre, arrivando a toccare +178% verso la fine di aprile.
A guidare la classifica dei marchi con il trend di vendite più alto ci sono prodotti disinfettanti, con aumenti anche del 290%, seguiti da prodotti alimentari. Se si analizzano i volumi di vendita invece le posizioni si invertono, mantenendo comunque inalterata la composizione del paniere di beni più venduti.
Sempre Nielsen, con una fotografia ancora più di dettaglio, ha evidenziato un aumento delle vendite retail di oltre il 2% (sempre anno-su-anno) la prima settimana di aprile, evidenziando una maggiore propensione per il canale fisico per sud e nord est del Paese, che hanno fatto segnare rispettivamente +5,8% e +5,9%, rispetto a nord ovest (+0,3%) e centro (-0,5%), che invece hanno visto una situazione di poco differente rispetto ai trend del 2019.
A queste analisi si affiancano le rilevazioni di GFK⁴ dalle quali emerge che il 37% delle famiglie che hanno fatto la spesa online non lo aveva mai fatto nei 12 mesi precedenti. Non solo, evidenziano anche un eccesso di domanda: il 19% delle famiglie che hanno tentato di fare la spesa online non ci è riuscito, a causa di limiti strutturali delle piattaforme della distribuzione, che si sono trovate ad affrontare in pochi giorni una crescita esponenziale delle richieste.
Naturalmente non tutti i settori hanno beneficiato di questo periodo di quarantena. Il settore viaggi per esempio è tra i più colpiti. La fotografia di MyBank, che tra i suoi clienti ha anche compagnie di navigazione, aziende di trasporto e agenzie di viaggio, registra un decremento del 68%. Anche eventi ed automotive hanno subito un forte calo, rispettivamente del 55% e del 27%.
A fare da contraltare a questi dati, c’è la propensione all'acquisto, misurabile per esempio tracciando le visite dei siti di Brand. Secondo un’analisi di Comscore⁵, la ripresa della navigazione su siti dei brand che si occupano di ticketing, settore immobiliare, produzione di auto e viaggi si è vista già dalla seconda metà di aprile in tutta Europa, Italia inclusa. Dati che fanno ben sperare e che confermano la volontà dei consumatori di tornare alla normalità, seppur trasformata, anche nell'ambito dei consumi.
Foresight Factory - Life under coronavirus – 30 aprile 2020
Dai dati elaborati da Assosim per il Sole 24 Ore.
Nielsen MarketTrack (Total Italy online & Total Italy offline)
Consumer Panel e indagine Why2Buy (Aprile 2020)
Comscore MMX Custom reporting