Il web è costantemente in trasformazione e la sua evoluzione alla versione 3.0 è complessa da perimetrare, anche considerato che ciò che ne sta disegnando i lineamenti fa parte di tecnologie e concetti relativamente recenti.
Abbiamo già ripercorso la storia del web e dei pagamenti online in un articolo dedicato nel quale è possibile approfondire le diverse accezioni e l’evoluzione dei pagamenti digitali degli ultimi 30 anni ma, cosa si intende esattamente con Web 3.0? Nonostante il concetto risalga ormai a 16 anni fa¹, è molto difficile dare una risposta univoca a questa domanda. Le interpretazioni sono diverse a seconda del contesto in cui se ne parla, ci sono però alcuni riferimenti ricorrenti in tutti gli approfondimenti sul tema.
L'architettura delle applicazioni web 3.0 (Dapp o Decentralized App) si contraddistingue per la sua decentralizzazione. Il web 2.0 è uno spazio nel quale i contenuti (ad es. post, commenti degli utenti, interazioni, ecc.) richiedono un aggiornamento costante di database hostati su server centrali che inviano le informazioni attraverso un’interfaccia (ad es. browser, app, ecc.).
Nella sua versione 3.0, il web non ha più database centralizzati ma, grazie alla tecnologia blockchain e ai suoi network distribuiti, sui quali si basano le criptovalute come Bitcoin ed Ethereum per citare solo due esempi, è possibile sviluppare web app svincolate da sistemi tradizionali, come gli App Store. Non solo, mentre con le app tradizionali in caso di server down del fornitore (es. un social network) non è possibile accedere al servizio, in un contesto decentralizzato basato su catene a blocchi, è sufficiente che un solo utente sia attivo perché la rete funzioni.
Il web oggi è un insieme di testi collegati tra loro da link in cui solo utenti umani sono in grado di leggere e comprenderne i contenuti, grazie alla loro esperienza di navigazione e capacità di interpretazione.
Il web 3.0 si basa su un sistema standardizzato di metadati nel contenuto delle pagine in cui le correlazioni tra di essi consente l'impiego di bot in grado di comprendere il significato del testo e di svolgere attività in autonomia. L’affiancamento di regole logiche a concetti e informazioni che permettano alle macchine, o automi, di generare sapere dalla conoscenza è alla base dell’intelligenza artificiale che, come descritto, ha un ruolo fondamentale nell’evoluzione di internet. In sostanza, il web 3.0 sfrutta una serie di evoluzioni tecnologiche che facilitano l’accesso alle informazioni e la loro elaborazione.
Il concetto di geospatial web, ossia la fusione di informazioni basate sulla localizzazione geografica con quelle accessibili su internet, fa parte delle connotazioni del web 3.0. Queste informazioni possono contribuire ad esperienze di realtà aumentata nelle quali il contesto in cui si trova l’utente viene arricchito di elementi digitali che enfatizzano l’esperienza di ciò che lo circonda. Il web, quindi, prende una forma ibrida in cui la sua fruizione viene contestualizzata anche dall’ambiente in cui ci si trova.
Un’altra declinazione del geospatial web prende forma in contesti di realtà virtuale e tecnologia 3D, fondendosi nel metaverso, uno spazio virtuale nel quale gli utenti interagiscono tra loro tramite l’uso di avatar. Nel metaverso ci si sposta in ambienti digitali, esattamente come avviene nella realtà, dunque anche in questi contesti le informazioni geospaziali contribuiscono ad amplificare l’esperienza.
La connessione tra rete e oggetti, dagli smart speaker agli elettrodomestici di ultima generazione, grazie al web semantico e all’intelligenza artificiale, ha un ruolo centrale nel contesto articolato dell’evoluzione di internet.
La capacità crescente di interpretare dati e informazioni da parte di bot e automi, sottostanti all’IoT, è in grado di migliorare l’accesso al web e, più in generale, le esperienze digitali degli utenti che avranno interazioni sempre sofisticate con gli oggetti di uso quotidiano.
A fronte di questo scenario, quali sono gli sviluppi possibili negli ambiti finanziario e dei pagamenti?
La trasformazione del web coinvolge da tempo anche ambiti ad esso correlati indirettamente. Se si considera che molte persone spendono buona parte del proprio tempo connesse e che i concetti di online e offline sono sempre meno distinti e stanno convergendo verso una fusione di reale e virtuale, non risulta difficile immaginare un’evoluzione del contesto finanziario che sia in grado di integrarsi in questo nuovo ecosistema.
Uno degli elementi finanziari caratterizzanti di internet 3.0 è il concetto di Finanza Decentralizzata (Decentralized Finance – DeFi). Con DeFi si intende un sistema finanziario non più basato sulla centralità dei suoi intermediari tradizionali, come le banche, ma organizzato e costruito su nuove tecnologie in grado di disintermediare gli scambi di informazioni e finanziari tra più soggetti.
Sottostante alla Finanza Decentralizzata c’è la blockchain, sulla quale sono in fase di studio e sviluppo nuovi paradigmi tecnologici che hanno l’obiettivo di rivoluzionare la finanza tradizionale. Vediamo alcuni esempi:
Da non confondersi con le valute digitali, che sono essenzialmente la versione “immateriale” delle valute tradizionali (es. euro, dollaro, ecc.), le criptovalute, anche dette monete virtuali o semplicemente crypto, stanno dimostrando di essere strumenti che possono ridurre i costi delle transazioni con un elevato grado di sicurezza.
Basate sulla blockchain, le crypto non sono però prive di rischi, come l’alta volatilità – nella maggior parte dei casi – o la mancanza di regolamentazione. Ad oggi poi va considerato che sono ancora pochi i contesti nei quali possono essere utilizzate regolarmente per finalizzare un pagamento.
Le stable coin sono token di criptovalute ancorate al valore di valute tradizionali (FIAT) o a una commodity, tipicamente l’oro. La loro natura le rende più stabili, come dice la parola stessa, quindi meno soggette all’alta volatilità delle crypto, dunque, la loro applicazione in ambito finanziario si presta al trasferimento di denaro e ai pagamenti di beni.
È plausibile ipotizzare che le stable coin possano far parte del futuro dei pagamenti online del web 3.0, le loro caratteristiche infatti ben si sposano con uno spazio digitale che disintermedia i servizi mettendo al centro gli utenti e la proprietà dei loro dati.
Il concetto odierno di smart contract è strettamente correlato alla tecnologia blockchain. Proprio grazie alle proprietà delle catene a blocchi, infatti, questi strumenti si traducono nella possibilità di far scatenare un’azione, ad esempio un pagamento, al verificarsi di un evento specifico. Programmi in grado di gestire situazioni di if this then that in realtà esistevano ancor prima dell’avvento degli smart contract, la differenza la fa la sicurezza garantita dalla blockchain.
Tra gli esempi di applicazione in campo finanziario, oltre a quelli ancora allo studio, ci sono i rimborsi legati a polizze assicurative di tipo parametrico² nelle quali al verificarsi di un sinistro viene automaticamente processato il rimborso. Esistono per esempio assicurazioni basati su blockchain Ethereum che rimborsano automaticamente al verificarsi del ritardo di un volo.
Gli NFT sono token che rappresentano la proprietà di un bene, fisico o digitale. Sebbene siano basati sulle blockchain, non sono intercambiabili come le criptovalute, esistono però marketplace sui quali è possibile acquistare, vendere e in alcuni casi anche creare opere digitali uniche NFT.
In un contesto di web 3.0 gli NFT sono lo strumento ideale per certificare la proprietà di qualsiasi contenuto da parte di un utente. Un brano musicale, un’opera d’arte digitale, un tweet possono essere riprodotti e copiati ma la disponibilità dell’nft, generato grazie a smart contract e associato a quello specifico bene, ne certifica la proprietà dell’originale.
La ricchezza di elementi che caratterizzano il web 3.0 e le relazioni che li uniscono descritte in questo articolo solo approssimativamente, sia per la complessità del tema sia per il contesto in cui viene pubblicato, offrono uno spaccato di quanto possiamo aspettarci nel prossimo futuro in termini di innovazione del web e di come cambierà il nostro quotidiano.
Axerve, in qualità di player internazionale nell’ambito dei pagamenti, investe continuamente in innovazione, partecipando con tutti gli stakeholder del settore finanziario alle evoluzioni che possano contribuire al miglioramento dei suoi servizi e al raggiungimento degli obiettivi dei suoi clienti, su tutti gli spazi fisici e virtuali nei quali consumatori e aziende si relazionano.
Tra le iniziative più recenti alle quali Axerve ha aderito in qualità di corporate partner c’è “Metaverse 4 Finance Accelerator” del Gruppo Sella. Attraverso
l’acceleratore dpixel, il Gruppo mira ad abilitare la finanza nel metaverso, confrontandosi con startup ad alto potenziale, in grado di progettare nuovi servizi e prodotti finanziari che rispondano sempre più alle esigenze dei clienti e della società.
Il programma di accelerazione, diviso in 4 fasi di selezione delle migliori startup, ha una durata di 16 settimane a partire dalla data di lancio del 16 luglio 2022 e offre 500.000 euro di fondi, con ticket di investimento fino a 100.000 euro per ciascuna delle 5 startup selezionate. Il progetto si rivolge a team e startup internazionali che portano sul mercato innovazioni dirompenti attraverso tecnologie innovative applicate al settore della finanza metaverticale. È possibile approfondire i perimetri dell’iniziativa e aderire sulla pagina dedicata al programma di accelerazione “Metaverse 4 Finance Accelerator”.
Next, a 'more revolutionary' Web | Victoria Shannon, International Herald Tribune (23 maggio 2006)
Web 3.0: la nuova moda tech che si scontra con l’economia reale. Una breve guida. | Il Sole 24 ORE