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Obbligo POS: la normativa

Obbligo POS: la normativa

Aggiornamento: 27 giugno 2023 • Tempo di lettura: 6 minuti

Mettere a disposizione delle persone la possibilità di pagare con la moneta elettronica tramite POS è una buona pratica non solo perché consente pagamenti alternativi richiesti sempre più spesso dai clienti, ma predispone un esercente al rispetto della norma attualmente in vigore​.

Infatti, ormai da svariati anni, in Italia molte categorie di lavoratori sono obbligate ad avere in dotazione un POS, anche se la normativa non è stata finora molto chiara al riguardo ed è ancora in fase di elaborazione definitiva: il cammino per avere una legge compiuta, infatti, non è ancora terminato, anche se nel tempo sono stati fatti dei notevoli passi avanti.

L’evoluzione della normativa sul POS


2007
: in questa prima fase il POS non era ancora stato introdotto, ma, con lo scopo di agevolare l’antiriciclaggio, prendeva avvio il disegno per limitare l’uso del contante. Il ​d.lgs 231/2007​ (art. 25, comma 6d), ancora in vigore, aveva stabilito il divieto di effettuare in contanti qualsiasi pagamento superiore a 999,99 euroalzato, poi, con la Legge di Stabilità 2016, a 3.000 euro​.

2012: con il ​d.lgs 179/2012​ (art. 15, commi 4 e 5) entra in vigore l’obbligo del POS a partire dal 1 gennaio 2014, con l’obiettivo di incrementare l’uso della moneta elettronica per combattere l’evasione fiscale, grazie alla tracciabilità dei pagamenti di beni, servizi e prestazioni professionali per mezzo bancomat, carte di credito o carte ricaricabili. La normativa non prevedeva sanzioni per chi non rispettasse la disposizione.

2014: il 24 gennaio viene emanato un ​decreto interministeriale​ che chiarisce alcuni aspetti riguardanti i pagamenti elettronici resi obbligatori dal decreto del 2012 sopra citato. Fino al 30 giugno 2014, per esempio, coloro che avevano un fatturato superiore a 200 mila euro erano tenuti a dotarsi di POS; questo tetto è stato successivamente superato e l’obbligo è scattato per tutti, indipendentemente dal fatturato.

2016: la Legge di Stabilità aveva previsto, a partire dal 1 febbraio 2017, delle sanzioni per chi non fosse dotato di POS o non accettasse pagamenti con carte (eccetto nei “casi di oggettiva impossibilità tecnica” come si legge nel testo del ​d.lgs 208/2015​, dove il reale problema non è il mancato adeguamento dei lavoratori ma gli eventuali problemi tecnici); questa misura non ha avuto riscontro nella pratica e pertanto non ci sono stati cambiamenti effettivi nell'incremento della moneta elettronica.

2021: L’art. 19-ter del Decreto Legge 152/2021, approvato in Parlamento il 23 dicembre 2021, affronta il tema delle sanzioni per mancata accettazione di pagamenti effettuati con carte di debito e credito, apportando delle modifiche all’art. 15 del Decreto legge 179 del 18 ottobre 2012, convertito con modificazioni, dalla legge 221 del 17 dicembre 2012.

2022: il 13 aprile il Governo italiano ha approvato una serie di misure con l’obiettivo di accelerare i tempi di attuazione dei 45 obiettivi del PNRR del primo semestre dell’anno, tra queste l’anticipo dell’attuazione delle sanzioni dal 1° gennaio 2023 al 30 giugno 2022.

La situazione attuale: sanzioni per chi rifiuta un pagamento su POS e agevolazioni


Il 16 ottobre 2019, il governo ha approvato la manovra per il 2020 salvo intese, cioè in una forma non definitiva e rivedibile nei contenuti prima della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Tra i provvedimenti presi che avevano acceso la discussione intorno ai pagamenti e all'uso del contante, c’era il comma 4-bis dell’art. 15 del DL 179/2012, che introduceva una sanzione di natura amministrativa nel caso in cui un esercente si fosse rifiutato di accettare un pagamento elettronico.

La versione definitiva della legge di Bilancio 2020 è stata pubblicata il 30 dicembre 2019 e, rispetto alla versione precedente, ha subito modifiche e integrazioni sostanziali.

Rispetto alla prima versione della manovra, nessuna novità sul fronte dell’uso del contante: il tetto massimo per singolo pagamento è passato da 3.000 a 2.000 euro il 1° luglio 2020, per arrivare alla soglia di 1.000 euro nel 2022, riportata però a 2.000 euro fino al 31 dicembre 2022, con la legge 25 febbraio 2022, n. 15. Su questo fronte l’ultima novità risale alla Legge di Bilancio 2023, che ha ridefinito il tetto massimo in vigore dal 1° gennaio 2023: inizialmente previsto a 1.000 euro, è stato poi innalzato a 5.000 euro.

L’uso di strumenti di pagamento elettronici comporta anche vantaggi fiscali per la categoria dei commercianti che possono godere di un credito di imposta del 30% sulle commissioni bancarie, nel caso in cui il loro fatturato annuo non superi i 400.000 €.

Anche i consumatori hanno beneficiato dell’uso di carte e bancomat. Dal 1 gennaio 2021, inizialmente 1 luglio 2020, chiunque abbia effettuato un acquisto presso un esercizio commerciale può partecipare ad una vera e propria lotteria semplicemente comunicando all'esercente un codice univoco, che è possibile richiedere sul portale dedicato alla lotteria degli scontrini. L’uso di pagamenti elettronici garantisce la possibilità di vincite doppie che potranno essere verificate direttamente online. I dati forniti dal cliente verranno comunicati telematicamente dal negoziante direttamente all'Agenzia delle Entrate, alla quale i clienti si potranno rivolgere nel caso in cui si vedessero rifiutare l’acquisizione del codice da parte del punto vendita.

Nel 2020 è stata introdotta una novità molto importante sul fronte delle detrazioni fiscali derivanti dalle spese sanitarie che riguarda proprio la tipologia di strumento utilizzato per pagarle.
Dal 1° gennaio 2020 infatti, per continuare a beneficiare di questi sgravi, è necessario pagare qualsiasi spesa sanitaria con carta, bonifico o assegno, ad esclusione dei medicinali, dei dispositivi medici e delle prestazioni erogate dal Servizio Sanitario Nazionale (SNN).

L’elenco delle spese con l’obbligo di pagamento tracciabile per fruire delle agevolazioni è in realtà più ampio:

  • Interessi passivi mutui prima casa
  • Intermediazioni immobiliari per abitazione principale
  • Veterinarie
  • Funebri
  • Frequenza scuole e università
  • Assicurazioni rischio morte
  • Erogazioni liberali
  • Iscrizione ragazzi ad associazioni sportive, palestre, piscine ed altre strutture ed impianti sportivi
  • Affitti studenti universitari
  • Canoni abitazione principale
  • Addetti all'assistenza personale nei casi di non autosufficienza
  • Abbonamenti ai servizi di trasporto pubblico locale, regionale e interregionale

A chi è rivolto l’obbligo POS

Nello specifico, sono tenuti a dotarsi del terminale:

  • commercianti: i negozianti piccoli e grandi che vendono merci in qualunque luogo, fino ai venditori ambulanti;
  • artigiani, come fabbri e falegnami;
  • attività di ristorazione, come bar, ristoranti, pub, pizzerie;
  • professionisti che esercitano in proprio e che, quindi, si relazionano direttamente con il cliente, come avvocati e notai, agronomi, idraulici, ingegneri, commercialisti, geometri e architetti, consulenti del lavoro, medici e dentisti;
  • attività ricettive, come hotel, B&B, agriturismi.

Erano esclusi i tabaccai (solo per sigarette e valori bollati), in quanto categoria speciale che incassa e riversa imposte statali, per esempio per le marche da bollo, e per questo godono anche di un più ampio grado di tracciabilità della loro attività.

Con la Determinazione territoriale del 26 giugno 2023, il Direttore delle dogane ha revocato il provvedimento precedente (Determonazione territoriale prot. n. 487172/RU 25 ottobre 2022), nel quale veniva specificato che “I rivenditori di generi di monopolio nonché i titolari di patentino non sono soggetti all’obbligo di accettare forme di pagamento elettronico relativamente alle attività connesse alla vendita dei generi di monopolio, valori postali e valori bollati”. Di fatto, quindi, anche i tabaccai sono tenuti ad accettare pagamenti con il POS per qualsiasi prodotto e possono incorrere nelle sanzioni già previste per le altre categorie in caso di rifiuto.

Oltre la normativa: i vantaggi dell’uso del POS

  • tracciare i pagamenti, agevolando la lotta all'evasione fiscale e al riciclaggio;
  • pagare senza dover ricorrere necessariamente ai contanti, talvolta sconvenienti da portare con sé;
  • far confluire, in sicurezza, il denaro direttamente sul conto corrente, senza la frequente necessità di recarsi fisicamente in banca per depositarli;
  • monitorare facilmente le entrate della propria attività;
  • accettare pagamenti alternativi direttamente da smartphone (Samsung Pay, Apple Pay);
  • incrementare le entrate, perché sempre più persone preferiscono la moneta elettronica e, quindi, si rivolgono direttamente ad attività che consentono il pagamento con le carte escludendo chi accetta solo contanti;
  • accettare pagamenti di turisti nella loro valuta

Il vantaggio forse più evidente di accettare pagamenti elettronici per tutto il mondo retail e per i professionisti è quello di non perdere clienti. Sempre più persone infatti stanno abbandonando il contante a favore di strumenti che hanno indubbiamente più vantaggi della carta moneta. Detrazioni fiscali e “lotteria degli scontrini” si aggiungo semplicemente ad una già lunga lista di punti a favore delle soluzioni digitali, a cui soprattutto le nuove generazioni si dimostrano sempre più sensibili.

Axerve produce questo contenuto senza pretesa di completezza né di attualità delle informazioni riportate. Questo articolo ha il solo scopo di fornire indicazioni utili sul tema trattato e non è da considerarsi guida esaustiva quanto piuttosto un vademecum. Se vuoi segnalarci una correzione contattaci attraverso i nostri social network.
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