In Italia, come in buona parte del resto del mondo, lo strumento più utilizzato per pagare è ancora il contante ma l’adozione di carte di credito e debito sta crescendo, anche grazie ai vantaggi per consumatori ed esercenti.
La prima carta di credito “moderna”, intesa come tessera di plastica, nacque negli anni cinquanta del secolo scorso¹ e da allora è passata dall'essere un piccolo esperimento in una cittadina americana di poco più di sessantamila abitanti allo strumento di pagamento utilizzato da oltre un miliardo di persone.
La carta di credito è uno strumento di pagamento elettronico, comunemente una tessera dalle dimensioni standard di materiale plastico o più raramente metallico, emesso da una società abilitata a farlo, spesso una banca, chiamata Issuer che offre l’opportunità a chi la possiede – titolare della carta – di effettuare pagamenti che verranno addebitati con modalità diverse a seconda della tipologia di carta emessa.
Le carte hanno sempre un plafond mensile di spesa e possono avere altre limitazioni, come limiti di prelievo dagli ATM o massimali per gli acquisti online che, in alcuni casi, possono essere modificati a seconda della tipologia di strumento e degli accordi stipulati con l'Issuer.
Il funzionamento della carta di credito nell'ambito dei pagamenti è garantito da uno schema a quattro o tre parti, che sono:
Nello schema a tre parti, i ruoli di Acquirer e Issuer sono rappresentati dallo stesso soggetto.
Tra gli attori coinvolti dai pagamenti con carta, ci sono poi i Circuiti, nazionali ed internazionali, che permettono il funzionamento delle transazioni tramite la loro rete di comunicazione e grazie alla standardizzazione di regole e processi. Tra quelli internazionali più conosciuti ci sono: American Express, Diners, JCB, Mastercard e Visa. In Italia, il circuito nazionale – anche chiamato domestico – più conosciuto è PagoBANCOMAT (BANCOMAT).
Pagare con carta di credito in negozio o online è molto semplice. Vediamo innanzitutto da quali dati è contraddistinta:
Numero di 16 cifre (PAN della carta)
Identifica la carta di credito ed è univoco: non esiste al mondo un’altra carta con gli stessi numeri.
I pagamenti in store richiedono esclusivamente l’inserimento del PIN da parte del titolare, quando richiesto. È bene ricordare che il codice va inserito verificando di essere in condizioni tali da non mostrarlo a nessuno.
Nel caso degli acquisti online è necessario invece inserire: nome e cognome del titolare, PAN, scadenza e CVV (non necessariamente in questo ordine). In più è possibile che venga richiesto di aggiungere un codice temporaneo chiamato OTP fornito dalla banca, via SMS o altra forma (ad esempio tramite l’app di home banking), nel momento del pagamento. Se tutti i dati sono corretti, la carta è valida e risulta ancora plafond disponibile, il pagamento va a buon fine ed è possibile procedere con altri acquisti o uscire dal sito.
Le carte di credito si distinguono soprattutto per le modalità di addebito delle somme pagate e ne esistono principalmente tre tipologie:
Sempre più spesso le carte che offrono la modalità di rimborso dilazionato permettono di scegliere anche quella in una sola soluzione, offrendo una maggiore flessibilità al titolare della carta che può decidere se e come provvedere ai rimborsi.
Sono poi sempre più frequenti le carte prepagate chiamate carta-conto o carta con IBAN: a differenza di quelle “tradizionali” queste carte hanno un conto integrato, che permette di effettuare buona parte delle operazioni bancarie più comuni. Tra le più conosciute in Italia c’è HYPE, società del nostro gruppo di cui abbiamo già parlato nel nostro articolo dedicato al mobile payment.
Esiste poi ancora un elemento differenziante tra le carte che riguarda la conferma delle operazioni. Originariamente un pagamento con carta di credito in negozio veniva “confermato” dal suo titolare tramite la firma apposta sullo scontrino emesso dal POS, formula sostituita con l’avvento della carta di credito con PIN, che viene inserito dall'acquirente in fase di pagamento, se però la carta è contactless, non viene richiesta nessuna forma di autenticazione per acquisti di importo fino a 25 €.
Le carte di credito prevedono dei costi per gli esercenti che le accettano nei loro Punti Vendita o Ecommerce e, in certi casi, anche per i titolari che le utilizzano.
Agli acquirenti, per le carte di credito a saldo e per quelle revolving, può essere richiesto un canone annuo che, di frequente, si azzera a fronte di una spesa minima fatta con la carta nello stesso periodo. Per le carte prepagate possono essere previsti: un costo di emissione una tantum, dei costi di ricarica e magari dei costi accessori per specifiche operazioni (ad es. per il pagamento di bollettini). Inoltre, nell'ambito delle prepagate, è sempre più frequente la formula “premium” che permette di richiedere gratuitamente la versione base per poi procedere ad un upgrade di servizi aggiuntivi a fronte di un canone mensile aggiuntivo.
I commercianti online sostengono le commissioni sulle transazioni e i costi del gateway di pagamento, nel caso di siti Ecommerce mentre per i negozi fisici i costi legati al POS sono il canone del terminale e, anche in questo caso, le commissioni, tipicamente una percentuale del transato.
Alle offerte “tradizionali” oggi disponibili sul mercato si affianca però il POS Easy a canone che, con un’offerta unica sul mercato italiano, azzera la commissioni percentuali fino a 30.000 € di transato annuo a fronte di un canone di 15 € o 20 € scelto dall'utente in fase di richiesta del POS in base a quanto incassato con il terminale durante l’anno. Inoltre questa offerta gode del credito d’imposta del 30% previsto dal bonus POS istituito dal Governo italiano per tutti gli esercenti con un fatturato non superiore a 400.000 € nell'anno d’imposta precedente a quello di riferimento.