Sono passati oltre vent'anni da quando il governo italiano in carica emanò il primo Decreto Legge con lo scopo di identificare un limite ai pagamenti in contanti. Dal 1991 ad oggi, molti dei governi che si sono succeduti hanno riaffrontato il tema, rivedendo al rialzo o al ribasso gli importi sanzionabili:
1991
10.329* €
(D.L. n. 143/1991)
2002
12.500 €
(D.M. 17/10/2002)
2007
5.000 €
(D.L. n. 231/2007)
2008
12.500 €
(D.L. n. 112/2008)
2010
5.000 €
(D.L. n. 78/2010)
2011
2.500 €
(D.L. n.138/2011)
2011
1.000 €
(D.L. n. 201/2011)
2016
3.000 €
(Legge n. 208/2015)
2020
2.000 €
(D.L. n. 124/2019)
2022
1.000 €
(D.L. n. 124/2019)
2022
2.000 €
(Legge 25/2022)**
2023
5.000 €
(Legge di Bilancio 2023)**
2024
5.000 €
(Legge di Bilancio 2023)**
1991
10.329* €
(D.L. n. 143/1991)
2002
12.500 €
(D.M. 17/10/2002)
2007
5.000 €
(D.L. n. 231/2007)
2008
12.500 €
(D.L. n. 112/2008)
2010
5.000 €
(D.L. n. 78/2010)
2011
2.500 €
(D.L. n.138/2011)
2011
1.000 €
(D.L. n. 201/2011)
2016
3.000 €
(Legge n. 208/2015)
2020
2.000 €
(D.L. n. 124/2019)
2022
1.000 €
(D.L. n. 124/2019)
2022
2.000 €
(Legge 25/2022)**
2023
5.000 €
(Legge di Bilancio 2023)**
2024
5.000 €
(Legge di Bilancio 2023)**
*Corrispondente a 20.000.000 di Lire
**Legge di Bilancio 2023 | Legge 29 dicembre 2022 n. 197
Negli ultimi anni la soglia massima per l’utilizzo dei contanti per un acquisto in Italia è stata modificata diverse volte. A riscrivere le disposizioni in vigore è stato il co. 384 dell’art. 1 della Legge n. 197/2022, il quale modifica l’art. 49 del D.Lgs. n. 231/07 in relazione ai limiti di utilizzo del denaro contante. Questa disposizione ha previsto che la soglia di utilizzo dei contanti fosse pari a 5.000 euro a partire dal 1° gennaio 2023.¹
Ma cosa ha stabilito il governo italiano per il 2024?
L’importo massimo all’uso dei contanti rimane invariato nel 2024: l’utilizzo di denaro contante è ammesso fino alla cifra di 5.000 euro per ciascun pagamento e per transazioni dilazionate tra loro nell’arco di sette giorni.
È fondamentale rispettare la soglia massima prevista per acquistare beni e servizi, ma anche per le donazioni o pagamenti tra soggetti privati. In ogni caso, secondo i chiarimenti del governo, questo limite è dovuto alla volontà di incentivare l’economia e sostenere le imprese italiane, garantendo una maggiore libertà nell’utilizzo del denaro.¹
Nonostante i continui cambiamenti sui limiti legati all’utilizzo del contante, l’abitudine degli italiani sui pagamenti in contanti è difficile da sradicare. Secondo gli ultimi dati pubblicati dalla Banca d’Italia, il valore del circolante, ossia banconote e monete detenuti dal pubblico, a maggio 2021 era pari a 245 miliardi e 474 milioni, l’8,9% in più rispetto allo stesso periodo del 2020. Lo SPACE 2022, studio annuale della Banca Centrale Europea sulle abitudini di pagamento dell’area EA17, conferma l’uso elevato del contante in Italia che si conferma la quarta nazione europea per numero di pagamenti in questa forma (69% del totale dei pagamenti in negozio) e ottava per valore delle transazioni (49% sul totale dei volumi).²
Quanto viene utilizzato il contante nel resto d'Europa?
Le abitudini di pagamento in Europa stanno cambiando, anche se il contante rimane uno strumento importante per le transazioni quotidiane: i dati di uno studio recente della Commissione Europea mostrano che il 60% dei cittadini europei vorrebbe continuare ad avere la possibilità di utilizzare il contante, nonostante un aumento significativo delle transazioni effettuate con metodi di pagamento cashless.³
Per fronteggiare i rischi legati all’uso del contante, è stata stabilita in Europa una soglia massima per i pagamenti in contanti: negli stati europei, infatti, non è possibile superare il limite di 10.000 euro. Il nuovo regolamento è in vigore dal 9 luglio 2024 ed è presente nella Direttiva (UE) 2018/843, la normativa volta a fronteggiare i rischi di riciclaggio di denaro e finanziamento del terrorismo nell’Unione Europea.
Secondo queste disposizioni, gli stati europei non dovranno applicare tutti lo stesso limite al contante dell’Europa, ma ognuno potrà stabilire la propria soglia, senza superare quella di 10.000 euro. Questo limite presenta delle eccezioni e non si applica in caso di:
Inoltre, è importante ricordare che, secondo la nuova normativa in vigore, non è possibile superare la soglia di 10.000 euro frazionando l’operazione di pagamento: nell’art. 1, comma 2, lettera v), D. Lgs. n. 231/2007 viene specificato che l’operazione di pagamento frazionata viene considerata operazione unitaria, anche se effettuata nell’arco di sette giorni e ogni singola transazione rimane al di sotto della soglia prevista per legge. Sempre secondo la normativa, l’operazione frazionata può essere esaminata e considerata unitaria per contrastare il rischio di riciclaggio di denaro anche superati i sette giorni.¹
Ad affiancare i limiti all'utilizzo del contante, ci sono state negli anni iniziative governative per incentivare l’uso di pagamenti elettronici e le più recenti sono presenti nella Legge di Bilancio 2024. Tuttavia, gli interventi probabilmente più sostanziali sono legati alla Legge di Bilancio 2020. Pensiamo ad esempio a:
A queste iniziative si aggiunge poi l’entrata in vigore dell’obbligo di adottare il POS, la cui normativa, dal 2012 ad oggi, ha visto diverse evoluzioni che ne hanno reso l’adozione sempre più urgente, soprattutto a seguito del Decreto Recovery Plan del 13 aprile 2022, che in sostanza ha introdotto l’attuazione delle sanzioni per chi si rifiuta di accettare pagamenti elettronici e/o digitali tramite POS. Sanzioni delle quali recentemente si è discusso molto, sino ad ipotizzare un eventuale tetto sotto al quale gli esercenti possono rifiutare le carte: nel nostro articolo dedicato all’obbligatorietà del POS, abbiamo fatto il punto anche su questo tema.
Il contesto legislativo e gli incentivi statali sono elementi che contribuiscono a favorire l’uso di pagamenti alternativi con l’obiettivo di diminuire le economie sommerse, sappiamo che la criminalità giova di questa forma di pagamento, e ridurre i costi non solo economici del contante.
Un’indagine pubblicata da Banca d’Italia, mostra un quadro completo sui costi del contante in Italia.⁴ Sebbene i costi medi unitari identificati nella ricerca evidenzino il minor costo del contante (0,35 €) rispetto a quello delle carte di debito (0,60 €) e di credito (1,58 €), il denaro resta lo strumento di pagamento più oneroso in rapporto al valore delle transazioni e si contraddistingue per il costo più elevato per abitante, con addirittura 122,53 € all'anno (133 € nel 2009), rispetto ai 18,09 € delle carte di debito in seconda posizione, con una riduzione di circa il 9% rispetto al 2009.
Come riportato dal documento di Banca d’Italia, il costo totale annuo del numerario è di oltre 7 miliardi di euro (7,44 miliardi di euro), di questi i costi sostenuti dagli esercenti sono pari a 3,8 miliardi di euro. Di fatto, i commercianti sostengono oltre il 50% dei costi di gestione del contante, e circa il 55% di tutto il sistema pagamenti in Italia.
I costi dell’offerta di servizi di pagamento generano un risparmio di risorse di circa 500 milioni, per effetto della sostituzione del contante e, più in generale, dei miglioramenti di efficienza realizzati nei processi aziendali e nei canali distributivi.
Le iniziative per ridurre il contante, come abbiamo visto, non mancano e stanno contribuendo al raggiungimento degli obiettivi prefissati da governi e grandi aziende, principali promotori del passaggio a soluzioni digitali, soprattutto nelle economie più digitalizzate, anche se più lentamente di quanto auspicato.
Un contributo importante alla creazione di strumenti utili a questo scopo lo ha dato l’innovazione tecnologica che ha permesso di sviluppare piattaforme ibride, digitali e “fisiche”, in grado di gestire il processo di gestione del contante nei punti vendita con processi senza soluzione di continuità che richiedono sempre meno interventi da parte dell’esercente che delega totalmente la gestione del cash.
Si tratta dell’evoluzione di una serie di servizi che esistono da tempo e che riguardano tutta la filiera interessata dalla gestione del contante. Ci riferiamo nello specifico a casseforti intelligenti – anche chiamate Smart Safe o cashin – che, una volta installate nel Punto Vendita, non si limitano a contenere le somme di denaro in attesa del prelievo e del conseguente versamento sul conto corrente dell’esercente ma, grazie all'integrazione di piattaforme digitali, riescono a gestire i flussi di denaro fino all'accredito sul conto corrente.
Il tema del contante, soprattutto in Italia, è centrale non solo per le politiche economiche del nostro Paese ma anche in un contesto globale in cui la digitalizzazione sta accelerando anche i processi di pagamento. Anche per questi motivi, abbiamo approfondito ulteriormente i temi affrontati in questo post nel whitepaper “Uso del contante: siamo prossimi a un mondo cashless?”, scaricabile gratuitamente dal nostro sito.
REGOLAMENTO (UE) 2024/1624 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO | Gazzetta ufficiale dell’Unione europea, 2024
SPACE 2022 | Banca Centrale Europea
Digital euro package | European Commission, 2023
Il costo sociale degli strumenti di pagamento in Italia | Banca d’Italia, 2020